Il Dialogo con il legno: L’essenza universale del Kung Fu oltre lo stile.

Nel vasto universo delle arti marziali, una delle domande più comuni e, strategicamente parlando, meno pertinenti è: “Qual è lo stile migliore?”. Questa domanda presuppone che l’efficacia risieda in un catalogo di tecniche, in un “sistema” predefinito. Noi della Baiyuan Kung Fu di Faenza facente parte dellìAssociazione Longzhao di Bologna, sosteniamo un paradigma differente: l’eccellenza non risiede nello stile, ma nella qualità della pratica e nella profondità della comprensione. Il Kung Fu, nel suo significato originale, è “abilità acquisita con duro lavoro nel tempo”. È un processo, non un prodotto finito.

Forgiare il praticante.

Immaginate un diamante grezzo. Il suo valore potenziale è immenso, ma la sua brillantezza è celata. Il lavoro del praticante marziale è analogo a quello dell’intagliatore: un’opera di pazienza, precisione e dedizione. Ogni giorno, attraverso la ripetizione, lo studio e la correzione, “smussiamo” le nostre imperfezioni. Non si tratta di aggiungere qualcosa di nuovo, ma di rivelare la perfezione intrinseca lavorando sulle piccole cose: un’angolazione, un respiro, la connessione tra mente e corpo. Quelle che un tempo erano punte acuminate di inesperienza diventano le innumerevoli sfaccettature di un gioiello, ognuna capace di riflettere la luce in modo unico. Questo è il cuore della nostra filosofia.

L’Hung-Gar e l’omino di legno.

Per tradurre questo concetto da astratto a tangibile, vi presentiamo un asset video di eccezionale valore didattico. Il filmato mostra l’Istruttore Bruno Ferri, praticante dello stile Hung-Gar dell’associazione Longzhao, con cui condividiamo principi e intenti, impegnato in un “dialogo” con l’omino di legno (Muk Yan Jong). Osservate attentamente. Non è una sterile esecuzione di una forma. È la manifestazione fisica di principi complessi:

Integrazione tecnica-istinto: La velocità e la precisione non sono il risultato di una mera memorizzazione. Sono la conseguenza di un’assimilazione così profonda che la tecnica diventa una seconda natura, un’estensione dell’istinto. Il corpo risponde prima che la mente cosciente abbia il tempo di processare, incarnando il principio di “difesa e attacco come un unico impulso”.

Focus sui dettagli: l’omino di legno è uno strumento di diagnosi spietato. Non perdona errori di struttura, distanza o timing. Il lavoro su questo attrezzo, fondamentale in molti stili del sud della Cina, costringe a un’attenzione maniacale ai particolari, le “piccole cose” che costituiscono le fondamenta di un’abilità reale.

Rispetto e controllo: Analizziamo il momento culminante. L’insegnante destabilizza il manichino, portandolo sul punto di cadere. L’istinto primordiale sarebbe quello di concludere l’azione, di affermare il dominio. Invece, con un gesto tanto rapido quanto controllato, lo afferra, impedendone la caduta. Questo non è un dettaglio, è il nucleo del messaggio. La vera abilità non sta nella capacità di distruggere, ma nel supremo controllo che permette di scegliere di non farlo. È il rispetto per l’avversario, per il partner di allenamento, per lo strumento stesso.

Il saluto marziale finale non è un gesto coreografico. È la chiusura del cerchio, l’incarnazione del Wude, la virtù marziale. Racchiude l’intento, la concentrazione e il rispetto del Guerriero, che riconosce la serietà del proprio agire.

    L’Architettura a noi comune: due braccia, due gambe, una mente.

    L’Hung-Gar ha i suoi principi, le sue tecniche, la sua storia. Ma questo video trascende lo stile specifico. Che si pratichi una disciplina del nord o del sud, interna o esterna, l’interfaccia con cui operiamo è universale: il corpo umano. Braccia, gambe, testa. Siamo tutti costruiti sulla stessa architettura biomeccanica.

    Le diverse arti marziali possono essere viste come “linguaggi” differenti, sistemi operativi distinti per decodificare e ottimizzare il movimento umano in un contesto di combattimento. Ma la grammatica di fondo – i principi di equilibrio, leva, struttura e timing – è comune. L’assimilazione istintiva dei movimenti, che noi alla Baiyuan Kung Fu perseguiamo, attinge a questa radice comune, all’istinto primordiale dell’essere umano che è, per sua natura, sia difensore che attaccante. Il tutto è uno.

    In definitiva, oltre la forma c’è la sostanza.

    Questo video non è una dimostrazione di “come si combatte”. È un manifesto su come si pratica. È un invito a guardare oltre le apparenze, a cercare la sostanza che si cela dietro la forma.

    Alla Baiyuan Kung Fu di Faenza, il nostro obiettivo non è creare collezionisti di tecniche, ma formare praticanti consapevoli, individui capaci di intraprendere un percorso di auto-miglioramento continuo.

    Se questa visione risuona con la vostra ricerca, se siete pronti a iniziare il lavoro di “intaglio” del vostro diamante, vi invitiamo a contattarci.

    Traduciamo la filosofia in pratica, un allenamento alla volta.

    “Ringraziamo l’Istruttore Bruno Ferri per la gentile conecessione del video”.